Questa mattina 2 novembre, leggevo con interesse un editoriale della Gazzetta dello Sport firmato da Stefano Agresti, dal titolo “Faraoni la fa franca, d’ora in poi per tutti simulazione libera”. Il giornalista, nelle sue righe, criticava la decisione del Giudice sportivo di non sanzionare il difensore (e capitano) dell’Hellas Verona, reo di aver simulato durante l’azione che ha portato al gol, poi annullato, all’attaccante della Juventus Kean. Agresti, a un certo punto, chiama in ballo anche i piccoli atleti e si domanda: «Con quale autorevolezza oggi l’allenatore di una scuola calcio può provare a trasmettere i principi della correttezza ai suoi piccoli giocatori se questi hanno visto in tv quella sceneggiata, con il protagonista che alla fine l’ha fatta franca?». È una bella domanda, in effetti, che ogni bravo educatore che opera nella fascia d’età giovanile dovrebbe porsi. Oggi, nell’epoca degli smartphone sempre in mano, sarebbe interessante se un mister, tanto per dire, degli Esordienti radunasse a sé tutto il gruppo e facesse vedere queste immagini. Per commentarle insieme ai suoi ragazzi e ragazze, che hanno il diritto di sapere che certi comportamenti accadono anche ai più alti livelli e hanno però il dovere di non emularli. Sarebbe veramente difficile accettare che nelle “competizioni educative” come quelle che promuove il Centro Sportivo Italiano si chiudesse un occhio su questi aspetti perché “tanto lo fanno anche in Serie A”.
Allora, a poche ore dalla prima partita della stagione 2023/2024, mi piace immaginare che ogni educatore focalizzi l’attenzione sui comportamenti più corretti e rispettosi da tenere durante la gara, con riferimento proprio all’episodio vissuto da Faraoni (che si sarà probabilmente già pentito del suo comportamento), piuttosto che puntualizzare raccomandazioni tecnico-tattiche che, spesso e volentieri, nelle categorie più piccole, lasciano il tempo che trovano.
Buon campionato a tutti: bambine e bambini, educatori, arbitri e genitori.
Giuseppe Porqueddu
Presidente CSI Sassari APS